Emozioni a 360° tra i patrimoni del Mendrisiotto Mendrisio

Via Luigi Lavizzari
6850 Mendrisio Ticino
Svizzera

www.mendrisiottoturismo.ch/

info@mendrisiottoturismo.ch

+41 91 641 30 50

IG.
AL.
09:00
12:00
14:00
18:00
AR.
09:00
12:00
14:00
18:00
AZ.
09:00
12:00
14:00
18:00
OG.
09:00
12:00
14:00
18:00
OR.
09:00
12:00
14:00
18:00
LR.
09:00
12:00

Enpresa honen jabea zara?
Iradoki aldaketa bat

Eliza

flag ITflag ENflag DEflag FR
2 Commenti

Emozioni a 360° tra i patrimoni del Mendrisiotto Mendrisio

SCOPRI IL MENDRISIOTTO
Dalle montagne al clima tipicamente Mediterraneo: vieni nel Mendrisiotto e Basso Ceresio a scoprire una meta dalle mille personalità. Visita questo angolo inaspettato di Svizzera ricco di tesori da svelare. In pochi chilometri passerai dalle panoramiche vette alle dolci colline ricoperte di vigneti. Non avrai che l’imbarazzo della scelta!

DETTAGLI

  • Chiesa di san sisini... ... (Ingurua)

    Percorrendo la stradina che da Palazzo Pollini sale alla collina della Torre si giunge alla chiesa dei Santi Sisinio, Martirio e Alessandro forse eretta insieme alle fortificazioni di sorveglianza per le vie d’accesso locali con l’insediamento longobardo non altrimenti documentato. La costruzione, mai indagata, dovrebbe conservare tracce romaniche, essendo citata una campana perduta con la data 1213. Attestata come vice-parrocchiale delle famiglie nobili Torriani e Bosia dal 1304, ospitò il primo convento dei Servi di Maria tra il 1450 e il 1477. L’altare maggiore esponeva fino alla sua vendita nel 1793 uno splendido polittico di Bernardino Luini di primo Cinquecento, poi sostituito dall’attuale pala di Giovan Battista Bagutti. L’edifico attuale, riordinato progressivamente tra fine Settecento e metà Ottocento, presenta una semplice navata con due cappelle laterali in percepibile salita verso l’alto presbiterio seguito da un piccolo coro. Le storie dei santi titolari nella navata, di Francesco Catenazzi e Abbondio Bagutti, sono un esempio di Neoclassicismo accademico del 1816. Nel coro si conservano opere di provenienza diversa: un presepe settecentesco acquistato dai Torriani a Monaco di Baviera nel 1856, la grande pala di Francesco Torriani con il Martirio di Sant’Orsola (1645) dalla demolita parrocchiale, una Immacolata del milanese Vimercati e il paliotto dipinto con San Carlo proveniente dalla cappella di San Carlo nella chiesa (filiale) di Santa Maria nascente nel borgo di Mendrisio.

  • Casa croci (Ingurua)

    L'architetto Antonio Croci nacque a Mendrisio il 7 aprile 1823 e studiò architettura all'Accademia delle Belle Arti di Milano dove sappiamo si distinse vincendo il primo premio di un concorso in "Invenzione architettonica" .  Visse a lungo in Turchia dove lavorò per la corte di Costantinopoli. Di lui e del suo lavoro ancora non si hanno molte certezze: l'archivio con i piani dei suoi studi, custodito da una lontana parente in quanto il Croci restò scapolo e non ebbe eredi diretti, fu mandato al macero; è quasi certo che abbia lavorato a più riprese per il Barone russo Von der Wies in particolare per la costruzione del castello di Valrose a Nizza terminato nel 1869; si occupò tra il 1861 e il 1865 della ristrutturazione della chiesa di San Giorgio a Ernen e della chiesa di Lax, sempre in Vallese nel 1874...

  • Chiesa di santa mari... ... (Ingurua)

    La piccola chiesa di Santa Maria inserita nella parte del nucleo più antica di Mendrisio (costruita parzialmente su una villa romana, i cui resti nel suo sagrato sono stati scoperti nel 1911 e indagati nel 2002 e 2014). Della prima costruzione di origine romanica restano solo il campanile, rialzato nel Seicento, e forse le due navate parallele (quella a destra poi usata come “oratorio”). Riorientata alla fine del Cinquecento con la costruzione dell’abside attuale, ornata da bei dipinti di cultura morazzoniana, tra cui la pala con la Natività di Maria. La navata, voltata a botte e suddivisa in tre campate, è decorata con dipinti eseguiti da Angelo Sala di Milano nel 1848. La cappella di San Carlo, costruita nel 1656: sopra l’altare marmoreo statua in terracotta di San Carlo Borromeo, realizzata da Agostino Silva nel 1663. La cupola ellittica di gusto romano è stata affrescata da Giovanni Battista Bagutti, verso la fine del Settecento, con motivi illusionistici. Sul lato ovest una seicentesca statua lignea dell’Addolorata piangente, forse collegata alla tradizione di allestire qui il “Sepolcro” della Settimana santa.

  • Chiesa di san vigili... ... (Ingurua)

    La piccola chiesa è stata costruita in posizione isolata, su un panoramico poggio a ovest del paese. Risalente alla prima metà dell’XI secolo ed eretta forse su una precedente costruzione religiosa, costituisce uno dei più interessanti esempi del romanico sottocenerino. La struttura muraria esterna è caratterizzata da arcatele tripartite, alternate da lesene seguendo un ritmo irregolare ma armonico. Sul lato meridionale si apre un piccolo portale ad arco in sasso con quattro nicchie, forse tracce di un piccolo edificio premillenario. L’interno è stato spogliato nei restauri del 1949, lasciando vedere la struttura semplicissima. L’abside è interamente decorata con affreschi della prima metà del XIII secolo, di uno stile vigoroso ed espressivo, vicino al maestro attivo in Sant’Ambrogio vecchio di Cademario, ma ben lontano dalla raffinata eleganza di cultura bizantina presente nel battistero della chiesa madre di questa, a Riva san Vitale.

  • Chiesa di santa mari... ... (Ingurua)

    Il santuario sorge in seguito ad un miracolo avvenuto nel 1594 (illustrato nella vetrata del 1900), e sostituisce l’antica parrocchiale di San Giorgio, fuori dall’abitato. La struttura è stata edificata tra il 1595 e 1613 ed ha una navata unica con cupola ovoidale (a tamburo) e quattro cappelle laterali dedicate alla Madonna dei Miracoli, a San Giuseppe, a San Carlo e ai Santi Pietro e Paolo. Diversi tra più noti e apprezzati artisti lombardi e ticinesi attivi tra XVII e XVIII secolo hanno lasciato una qualche opera significativa, dai Silva architetti, scultori e stuccatori di Morbio, ai Torriani di Mendrisio, a Isidoro Bianchi di Campione, Filippo Abbiati di Milano, Recchi e Gaffuri di Como, Pozzi di Valsolda, fino a Petrini di Carona nel 1726 con due splendide tele. Molto ricca e preziosa la cappella della Madonna dei Miracoli, che include l’immagine miracolosa, un affresco tardogotico.

  • Chiesa di san pietro... ... (Ingurua)

    La semplicissima chiesa di San Pietro, meglio nota come Chiesa Rossa, sorge sullo sperone roccioso che sovrasta il fiume Breggia collegata ad un importante antico castello che ha lasciato il nome al borgo. La tinteggiatura rossa era un tempo usuale per le chiese isolate, è tra le poche fino ad oggi sopravvissute, ma il romanticismo ottocentesco la collega alla sanguinosa leggenda di una strage qui avvenuta nel 1390 tra famiglie politicamente rivali. Sicuramente è importante per la rarità e qualità della decorazione pittorica gotica, abbastanza ben conservata, realizzata in gran parte nel 1343-45 dal “maestro di Sant’Abbondio a Como” con storie del santo titolare, mentre ormai quasi uniche sono le decorazioni geometriche che coprivano tutte le pareti dell’aula. In facciata è esposta la copia del bassorilievo deposto in chiesa, rappresentante il vescovo di Como Bonifacio da Modena che nel 1343 fece ricostruire e ornare la chiesa. Estratto dal muro duranti i restauri del 1979 rivelo’ al rovescio la decorazione a intreccio carolingia (IX sec.), che suggerisce la provenienza del marmo dalla chiesa di Sant’Abbondio a Como.

  • Chiesa di san carpof... ... (Ingurua)

    All’estremità sud dell’abitato sorge la chiesa di San Carpoforo, già menzionata nel 1148. Nelle sue vicinanze sorgeva un castello, documentato nel 1054, del quale non resta traccia. Un primo rinnovamento dell’edificio tardo medievale fu effettuato fra la fine del XVI e la prima metà del XVII secolo, con l’aggiunta delle cappelle laterali. Alla fine del XVII secolo subì una completa trasformazione nella quale svolsero un ruolo fondamentale i Tencalla di Bissone, sia come benefattori che come impresari e decoratori. La facciata, datata 1759 e 1784, è tripartita da pilastri con un timpano sormontato da statue. Sul lato nord, all’altezza del coro, s’innalza il campanile tardomedievale con una corona ottagonale. L’interno, a tre navate, conserva un ricco impianto decorativo, eseguito tra il 1680 e il 1688, con decori in stucco nella volta che incorniciano numerosi affreschi di tema teologico: Vittoria della Croce, Preghiera dell’Agnello, Angeli musicanti. Si distingue per aver conservato il colore originale di alcuni stucchi, altrove cancellato o attutito, e pregevoli polittici di scultura sull’altar maggiore e nelle due cappelle a fianco.

  • Battistero di riva s... ... (Ingurua)

    Si tratta del più antico edificio religioso ancora interamente conservato in Svizzera, restaurato integralmente negli anni 1953-1955 a cura di Ferdinando Reggiori. Dedicato a San Giovanni Battista e edificato probabilmente sulle fondamenta di una costruzione romana (villa o terma), costituisce un importante esempio di architettura paleocristiana del VI secolo. La struttura a pianta quadrata è completata sul lato orientale da un’abside di poco posteriore alla prima fase. All’interno la pianta è ottagonale, con nicchie rettangolari e semicircolari. Al centro del pavimento in parte ancora originale la grande vasca monolitica romanica si sovrappone a quella paleocristiana in muratura, ottagonale. La decorazione pittorica si compone di affreschi di epoca romanica e tardo romanica (ma anche successivi), alcuni di grande finezza esecutiva e di complessa iconografia, che raccontano in particolare la vita di Cristo dalla Natività alla Crocifissione, con uno spazio ricavato in una nicchia dedicato al Giudizio Universale. Si distingue nell’abside l’immagine rarissima del Cristo vivo e glabro sulla croce a “T”, datato all’inizio dell’anno Mille, mentre è gotica la figura parziale a sinistra, del beato Manfredo Settala, eremita sul San Giorgio.

  • Museo d’arte sacra d... ... (Ingurua)

    Gli spazi di un’antica casa signorile all’entrata del villaggio di Meride ospitano il Museo d’arte sacra. Al suo interno si possono trovare un archivio e una biblioteca, una sala per mostre periodiche di artisti (o motivi) legati al villaggio di Meride e gran parte degli arredi ecclesiastici antichi non più usati od esposti nelle chiese del paese.

  • Chiesa di san silves... ... (Ingurua)

    La chiesa di San Silvestro, si trova a Meride alle pendici del Monte San Giorgio. Come molte sorta entro o sopra uno dei tanti castelli che fortificano fin dai tempi più remoti il percorso tra i due laghi di Como e Lugano, è sicuramente sovrapposta ad un edificio romanico, del quale restano alcune tracce, come i capitelli con bassorilievi (forse duecenteschi) su cui poggiano le colonne del portico aggiunto nell'Ottocento. Nel 1483 era parrocchiale, quindi ampliata e rimodernata con tre navate dalle volte a crociera e colonne rinascimentali, conservando l’antico coro. Qui verso il 1690 il pittore locale Francesco Antonio Giorgioli raffigurò ad affresco diversi episodi della vita di Papa Silvestro e dell'imperatore Costantino. Il pulpito intagliato e dipinto è del 1595, mentre altre opere interessanti, come le statue e gli altari laterali, sono seicentesche.

  • Chiesa di san giovan... ... (Ingurua)

    La chiesa in stile barocchetto (o Rococò), costruita tra il 1722 e il 1729 su disegno di Giovan Pietro Magni quasi interamente da artisti locali per l’attiguo convento dei Serviti Servi di Maria; ciò nonostante anche in questo caso la comunità mendrisiense si prodigò per raccogliere i fondi necessari, arrivando a lavorare anche di domenica. All’interno, l’unica navata luminosa è elegantemente ornata da stucchi risalenti agli anni 1724–27. Nella prima cappella a sinistra si trova un’opera di pregio ricollocata dalla chiesa precedente: la pala d’altare di Francesco Innocenzo Torriani, raffigurante la Madonna con il Bambino che appare ai Santi Rocco (a sinistra) e Sebastiano (a destra). Nella volta della navata e nell’abside, Giovanni Battista Bagutti ha affrescato nel 1774 quattro medaglie. In un linguaggio ancora barocco i personaggi raffigurati esprimono sentimenti intensi con le loro pose eloquenti e sono monumentali grazie agli ampi panneggi; i colori sono graduati per suggerire l’ascesa ai cieli: più cupi nelle parti inferiori, più luminosi in quelle superiori. Ma sono inseriti in una finta architettura (eseguita dai fratelli Brenni) che dimostra una certa sensibilità e conoscenza dell’allora moderno stile Neoclassico. Negli altari laterali e negli ovati vi sono dipinti acquistati dai frati tramite i confratelli di Lombardia ed Emilia, tra cui due telette di Ignazio Stern, a completare la serie dei Sette dolori di Maria, eseguite da Domenico Pozzi di Castel San Pietro nel 1769. Nel presbiterio (disegnato dall’architetto Paolo Soratini di Lonato) si distinguono il bel frontale dell’organo (ricomposto dal Raina nel 1729 con elementi del precedente seicentesco), nella cantoria di fronte la prima pala d’altare di Giuseppe Carpani, del 1577 tra due telette di Torriani padre, e nella nicchia ricavata nel 1774 la statua “vestita” dell’Addolorata, almeno dal 1747 protagonista della storica processione del Venerdì Santo.

  • Chiesa di san martin... ... (Ingurua)

    A nord ovest della cittadina, vicino all'autostrada (sovrapposta all’asse viario romano e poi longobardo), sorge la chiesa di S. Martino, documentata nel 962, ma sicuramente precedente, come dimostrano gli unici scavi archeologici condotti a Mendrisio nel 1963, che scoprirono, sotto l'attuale edificio romanico dei secoli XII- XIII i resti di tre chiese, la più antica delle quali a due absidi forse carolingia (una botola consente l’accesso agli scavi). Intatta si è conservata la navata di stile romanico lombardo decorata da arcatelle cieche, mentre il coro rettangolare, insieme alle altre parti, risale, come i dipinti che ospita, all'epoca barocca; tra questi il bellissimo polittico eseguito da Francesco Torriani. Di pregevole qualità è anche il gruppo ligneo dipinto con San Martino a cavallo di primo Seicento, e il paliotto figurato dell’altare, che proviene dall’antica parrocchiale nel borgo. In occasione della Festa di San Martino negli immediati dintorni della chiesa viene organizzata la tradizionale omonima sagra, molto apprezzata anche ai nostri giorni. In occasione di questa festività la chiesina è aperta al pubblico durante l’intera giornata.

  • Eremo di san nicolao (Ingurua)

    A 700 metri di altitudine sopra il livello del mare, perpendicolarmente direttamente sopra le cantine di Mendrisio, si trovano la chiesetta e l’Eremo di San Nicolao. Secondo una leggenda medievale in certe notti si vedeva una luce brillare su questa rupe (da cui il nome di “Monte della stella”), dove nel 1413 un vescovo di Como trovò un’antica immagine di Maria (solo in parte conservata), attorno alla quale ordinò di costruire un oratorio. Ampliato in fasi successive nei secoli seguenti, ospita oggi tre altari settecenteschi, con pregevoli stucchi e una pala con San Michele (1699) di Innocenzo Torriani. Il primo eremita che ha abitato questo luogo pare sia stato un frate umbro, Benedetto Agnoselli, al quale fecero poi seguito molti altri fino al 1809, anche provenienti da illustri casati mendrisiensi e lombardi. Oggi è la Confraternita di Santa Maria Liberatrice a prendersi cura della chiesetta e dell’Eremo, dove dall’inizio del XX secolo ha trovato posto un luogo di ristoro, divenuto nel tempo un apprezzato grotto.

  • Museo del trasparent... ... (Ingurua)

    Il piccolo capolavoro dell’architettura dell’Ottocento, Casa Croci ospita il Museo del “trasparente”. Si tratta del primo spazio espositivo dedicato a uno straordinario patrimonio artistico e storico della regione: una secolare tradizione che ha indotto la Confederazione a candidare le Processioni storiche della Settimana santa alla Lista dei Patrimoni culturali immateriali UNESCO. I quadri notturni che illuminano, ornano e scandiscono l’itinerario nell’antico borgo delle Processioni del Giovedì e del Venerdì Santo, i “Trasparenti” costituiscono per i mendrisiensi parte integrante di una tradizione molto sentita e praticamente immutata nel tempo. I “Trasparenti” rappresentano un caso unico di innesto della cultura illuminista nella tradizione barocca. Si tratta di apparati effimeri, realizzati con eccezionale modernità tecnica e grande efficacia comunicativa. Il nuovo Museo di Casa Croci dà modo di osservare da vicino i preziosi oggetti, la peculiare tecnica d’esecuzione, e di meglio conoscere le varie tipologie che li caratterizzano.

  • Tempio di santa croc... ... (Ingurua)

    Si tratta del più antico edificio religioso ancora interamente conservato in Svizzera, restaurato integralmente negli anni 1953-1955 a cura di Ferdinando Reggiori. Dedicato a San Giovanni Battista e edificato probabilmente sulle fondamenta di una costruzione romana (villa o terma), costituisce un importante esempio di architettura paleocristiana del VI secolo. La struttura a pianta quadrata è completata sul lato orientale da un’abside di poco posteriore alla prima fase. All’interno la pianta è ottagonale, con nicchie rettangolari e semicircolari. Al centro del pavimento in parte ancora originale la grande vasca monolitica romanica si sovrappone a quella paleocristiana in muratura, ottagonale. La decorazione pittorica si compone di affreschi di epoca romanica e tardo romanica (ma anche successivi), alcuni di grande finezza esecutiva e di complessa iconografia, che raccontano in particolare la vita di Cristo dalla Natività alla Crocifissione, con uno spazio ricavato in una nicchia dedicato al Giudizio Universale. Si distingue nell’abside l’immagine rarissima del Cristo vivo e glabro sulla croce a “T”, datato all’inizio dell’anno Mille, mentre è gotica la figura parziale a sinistra, del beato Manfredo Settala, eremita sul San Giorgio.

Commenti

2
Filtra Commenti

Marcello Speziali

2017-11-01
L'interno è magnifico, da visitare assolutamente!

Francesco Gaffuri

2017-11-01
Meraviglioso :)